La teologia dell'incarnazione di Papa Francesco

di mons. Ettore Malnati - 15 Gennaio 2023

Monsignor Malnati riflette sull’Enciclica di papa san Giovanni XXIII

La cristologia nel magistero di Papa Francesco principalmente la troviamo nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ed è una cristologia incarnazionista intrinsecamente legata alla proclamazione ed alla accoglienza del kerygma, ovviamente non solo quale cuore del Vangelo, ma dello stesso mistero e missione di Cristo.

Solo ponendo il Verbo incarnato e la presenza nella storia dell’evento Cristo si può comprendere l’opera di salvezza voluta dal Padre, resa operante dall’amore dello Spirito e realizzata da Cristo Gesù, vero uomo e vero Dio, che dona all’intera umanità quella giustificazione perduta a causa del peccato di Adamo.

È da Cristo che ci viene la salvezza e «in questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto». In tal senso, il Concilio Vaticano II ha affermato che «esiste un ordine o piuttosto una gerarchia delle verità nella dottrina cattolica, essendo diverso il loro nesso col fondamento della fede cristiana»(1)

È quindi doveroso offrire a chi ci chiede ragione della nostra fede ciò che è essenziale al mistero cristiano.

A Papa Francesco importa chiedere che l’evangelizzazione non prescinda dall’aspetto soteriologico che è intrinseco all’evento Cristo morto-risorto.

La cristologia della dimensione «ortodossa» e del linguaggio dottrinalmente corretto più di qualche volta «è qualche cosa che non corrisponde al vero Vangelo di Gesù Cristo…. Questo è il rischio più grave» (2).

Bisogna allora far in modo che i destinatari dell’Annuncio, che per noi sono le persone di oggi, comprendano «il messaggio evangelico nel suo immutabile significato» (3).

Ciò è possibile mediante una costatazione di una cristologia incarnata nelle periferie sia materiali che esistenziali dell’umanità, dove la Chiesa in uscita, quale presenza sacramentale del Cristo buon Samaritano, diviene condivisione e concreta attenzione per l’uomo impoverito, dimostrando a chi è nel travaglio che «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti» (4).

Per questa cristologia la centralità del kerygma richiede alcune caratteristiche dell’annuncio che oggi sono necessarie: «che esprima l’amore salvifico di Dio previo all’obbligazione morale e religiosa, che non imponga la verità e che faccia appello alla libertà, che possieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, ed un’armoniosa completezza che non riduca la predicazione a poche dottrine a volte più filosofiche che evangeliche» (5).

Sta a cuore a Papa Francesco che la conoscenza dell’evento Cristo non si cristallizzi solamente nell’approfondimento teologico, ma che «siamo invitati a scoprirlo, a viverlo. Cristo risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza, e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la missione che Egli ci affida» (6).

Il fatto che con il Battesimo siamo incorporati a Lui Redentore, ci deve far comprendere che «la sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali» (7).

La cristologia espressa da Papa Francesco non riguarda solamente l’evento salvifico di Cristo, avvenuto nella duttilità al progetto del Padre una volta per tutte, ma all’effetto metastorico di ciò che Cristo ha patito e sofferto, avendo a cuore tutti coloro che avrebbero creduto in Lui, come troviamo nella preghiera al Padre nell’Ultima Cena (Gv 17, 20-23). Il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto una volta per tutte, continua a manifestare la misericordia di Dio e a mostrare il suo volto.

«L’Incarnazione non è soltanto un avvenimento circoscritto e puntuale già compiuto nella persona e nella storia di Gesù, ma è anche un progetto dinamico che, con l’azione dello Spirito Santo, è destinato a compiersi nel mistero della Chiesa e nella vita personale di ogni uomo, passando attraverso la croce per arrivare fino alla gloria della vita risorta che è il magis della vita divina. La prospettiva di Papa Francesco mostra così i tratti di una cristologia pneumatica, per cui, mediante l’azione dello Spirito Santo, il mistero di Cristo si rinnova e la sua missione continua nel Popolo di Dio. In questa luce si comprende che la cristologia è, e rimane sempre, un cantiere aperto» (8).

* Vicario episcopale per il laicato e la cultura – diocesi di Trieste

NOTE:

1) FRANCESCO, esort. ap. Evangelii Gaudium n.36

2) Idem n.41

3) GIOVANNI PAOLO II, enc. Ut Unum Sint n.19

4) FRANCESCO, esort. ap. Evangelii Gaudium n. 164

5) Idem n.165

6) Idem n. 275

7) Idem n. 276

8) LUCIO CASULA, Volti, gesti e luoghi. La cristologia di Papa Francesco, libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017, p. 113