Giovedì 5 Ottobre
La celebrazione dell'Eucarestia sarà anticipata alle ore 9 del mattino.
Alle 18, siete tutti invitati all'evento culturale a cura dello Studium Fidei "Appunti per una teologia della sinodalità" in cui sarà presentato il volume di mons. Ettore Malnati. Parteciperà all'evento, la professoressa Michela Brundu.
Come di consueto, l'evento si terrà presso il Centro Pastorale Paolo VI (via Tigor 24/1).
Sabato 14 e domenica 15 Ottobre: come ogni anno, si terrà il mercatino delle piantine di Enza. L'offerta sarà libera e il ricavato sarà destinato alle spese per le lampade LED della nostra chiesa
Introduzione al libro "Appunti per una teologia della sinodalità". A cura del Vescovo di Trieste Enrico Trevisi
Nelle ultime stagioni ecclesiali abbiamo abitato linguaggi
diversi per superare quella drastica distinzione tra Chiesa docente (il Papa e
i Vescovi) e Chiesa discente (il popolo di Dio chiamato ad obbedire: un popolo
inteso come altro dal Papa e dai Vescovi). Quella che ha la prerogativa del
sapere già a priori per opera dello Spirito Santo, e quella che invece deve
semplicemente obbedire, come è proprio dei sudditi.
Abbiamo parlato di “collaborazione” tra preti e laici ma
subito per dire che non era sufficiente, perché ad essa era sotteso che i laici
restavano solo dei semplici collaboratori e niente più. Occorreva spingersi
verso la “corresponsabilità”, riconoscendo a ciascuno carismi e ministeri con i
quali edificare la Chiesa e contribuire a svolgerne la missione fino agli
estremi confini della terra. E tuttavia dalla collaborazione-corresponsabilità
ben presto l’ecclesiologia e lo stesso magistero (come riporta Malnati in
questo saggio) si sono protesi verso la “comunione” quale categoria che unificava
teologicamente l’apporto indispensabile di ciascun battezzato, e dentro lo
specifico del dono dello Spirito ricevuto: papa e vescovi, presbiteri e
diaconi, religiosi e religiose e ogni tipologia di vita consacrata, laici e
laiche, associazioni e movimenti… Una “comunione” che non può restare ostaggio
di letture psicologiche, emotive, sociologiche ma che rimanda ad
approfondimenti scritturistici e teologici variegati. Da una parte abbiamo come
riferimento puntuale la Trinità e dall’altra la realtà socio-antropologica del
popolo di Dio, con la necessaria disamina delle componenti ministeriali e
carismatiche, che certamente rimandano allo Spirito e a Cristo ma che pure
sottolineano molto la componente umana e culturale, magari sotto l’egida dei
“segni dei tempi”. Solo con una “cristologia della comunione” evitiamo la
deriva di letture parziali e unilaterali per restare aperti al protagonismo
dello Spirito Santo in ogni fase dell’essere e dell’agire ecclesiale. È lo
Spirito il “collante” sia della comunione dei singoli battezzati con Dio, ma
pure della comunità intera con Dio, e anche della comunità al suo interno e
verso l’esterno, la missione, l’umanità intera.
“Collaborazione” – “corresponsabilità” – “comunione” se
continuamente riletti a partire dalla Parola di Dio spingono nella direzione della
“sinodalità” che è la cifra per dire oggi l’autocomprensione della Chiesa: “la
sinodalità è dimensione costitutiva della Chiesa”. “O la chiesa è sinodale o
non è Chiesa”. La sinodalità è la pressante richiesta del magistero di papa
Francesco ed è l’oggetto del presente studio.
Protagonista della sinodalità è lo Spirito Santo che ci
sorregge nel ripartire dalla Parola di Dio e dispiega la complessità della
Chiesa articolandola con i suoi ministeri e carismi: la sua identità, il sui
senso d’essere rimane l’evangelizzazione e l’unità e fraternità che
appartengono alla missione della Chiesa. E l’obiettivo è la comunione personale
di ciascuno con Dio ma anche la realizzazione della comunità fraterna dei
discepoli (la Chiesa evangelizzante e la Chiesa che celebra il Mistero di Amore
di Dio) e la fraternità-fratellanza universale.
La Chiesa sinodale di cui si parla richiede
l’approfondimento del ruolo e delle forme di esercizio dell’autorità, ma anche
delle peculiari responsabilità che appartengono ai Christifideles in forza del
battesimo e dunque del sacerdozio battesimale che configura a Cristo re,
sacerdote e profeta.
Il “camminare insieme” che la sinodalità istituisce reclama
il riconoscimento del peculiare apporto di ciascuno, in forza dei doni dello
Spirito. L’arroccarsi sullo specifico di ciascuno, con uno stile rivendicativo,
conflittuale, sindacale può portare a definire con precisione ruoli e compiti
ma alla fine svilisce la comunità in una spartizione di poteri, in un nuovo
clericalismo, spesso denunciato dal papa.
La sinodalità di cui parliamo è per ridire e rilanciare la
dimensione evangelizzatrice che appartiene a tutto il popolo di Dio e che non
può ridursi a ministero dei preti o a carisma di qualche istituto di vita
consacrata. E neppure a una Teologia del laicato che rivendica un proprio
spazio, ma sempre in una logica di spartizione. Malnati arriva a dire che il
concetto dell’intera chiesa chiamata ad uscire verso le periferie per evangelizzare
(EG 46) implica la conversione dalla “aristocratica” collegialità alla
“popolare” sinodalità: in essa ciascun battezzato si responsabilizza in ordine
al portare il Vangelo dentro la realtà di questo mondo secolarizzato. L’intera
famiglia umana è la destinataria dell’annuncio del grande progetto di amore del
Padre che ci dona suo Figlio sulla Croce e che ci dà di camminare fin da ora
nel suo Spirito di amore e di unità fraterna.
Tanti temi sono abbozzati (per es. il ruolo delle donne,
l’esercizio dell’autorità, i diversi ministeri, il sensus fidei, l’experientia
fidei…). Rimane l’imperativo dell’incarnare la sinodalità in ogni esperienza
ecclesiale. Su questo siamo tutti chiamati a metterci in gioco, a fare un passo
in avanti. Chi sta a guardare cosa succede, chi con distacco denigra e giudica,
chi con orgoglio si tira fori pensando che lo Spirto lo possiede solo lui, si
chiude a quanto Dio scrive nella storia del suo popolo, della Chiesa di oggi,
di quel Regno di Dio a cui occorre aprirsi con cuore e intelligenza.
Come in ogni altra epoca, così ci insegna la storia della
Chiesa, potremo anche avere ritardi o dover poi rettificare forme e anche
dottrine, ma avremo vissuto la nostra appassionante sfida di evangelizzatori
dentro questa epoca. Chi sta alla finestra con nostalgia, chi semplicemente
ripete formule senza preoccuparsi che non dicono nulla al cuore degli uomini di
oggi, si condanna a priori all’irrilevanza o fare della fede un folklore da
museo.
Sinodalità può essere la dinamica di una Chiesa che si
rialza, perché tutti riscopriamo di essere chiamati dallo Spirito a farci
segno, ad essere sacramento (per il battesimo) di un Dio vicino, di un Dio di
Misericordia, di un Dio che vuole la salvezza di questa umanità fragile e
naufraga.
Grazie a mons. Ettore Malnati per le tante suggestioni e per l’itinerario che qui ci invita a fare. Ora a tutti l’augurio di percorrere la sinodalità.
Prossimi Eventi Culturali Studium Fidei in programma
Theologicum dello Studium Fidei
I corsi per la comunità di mons. Ettore Malnati
I corsi per la comunità di mons. Ettore Malnati
1. L'ecumenismo
2. Il dialogo ecumenico
3. L'arianesimo nella Chiesa
4. Problema del Filioque
5. Cultura e Spiritualità II Millennio
6. Umanesimo e Riformatori
7. Anglicanesimo
8. Primi gruppi sull'unità dei cristiani
9. Alle origini dell'ecumenesimo spirituale
10. Verso lo spirito del Vaticano II
11. Dal Concilio Vaticano II ad oggi - parte 1
12. Dal Concilio Vaticano II ad oggi - parte 2
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro
Matteo 18:20